2017 Antico Presente - L'Accademia Disegna. Musei Vaticani

Pier Luigi Berto - 2017 Musei Vaticani - L'Accademia Disegna


Brochure dell'evento: Antico Presente | L'Accademia Disegna

Gregoriano Profano: un corso di disegno al Museo

Pier Luigi Berto
Docente di Disegno dell'Accademia di Belle Arti di Roma

Pier Luigi Berto - 2017 Musei Vaticani - L'Accademia Disegna
La mostra che oggi presentiamo nei locali dei Musei Vaticani raccoglie i lavori prodotti durante il corso di

disegno dal vero, che ho diretto e che si è svolto presso il Gregoriano Profano. Questa mostra celebra l'incontro tra una delle più importanti istituzioni muse
ali del mondo, come i Musei Vaticani, e una delle più antiche scuole d'Arte della città di Roma, quale l'Accademia di Belle Arti Statale di via di Ripetta. Per la realizzazione di questa mostra sento di dover ringraziare le direzioni rispettivamente dei Musei Vaticani e dell'Accademia, accanto a tutti coloro che hanno lavorato per renderla possibile.

Quando tre anni fa decisi di sperimentare per i miei studenti dell'Accademia l'allestimento di un laboratorio di disegno dal vero presso il Gregoriano Profano ai Musei Vaticani, non avevo previsto il successo che avrebbe avuto questa iniziativa. Tuttavia, fin dalle prime visite ho notato crescere nei ragazzi la passione nel disegnare dal vero le opere esposte, così come l'interesse a "comprendere" i soggetti osservati, travalicando il mero esercizio pratico della riproduzione grafica di una scultura dal vero.

Credo infatti che questo esperimento, reso possibile grazie all'interessamento del professor Paolucci e delle dottoresse Jatta e Serlupi, abbia dimostrato la validità di un diverso approccio allo studio delle opere esposte, in quanto il disegno è potuto diventare lo strumento di osservazione analitica ravvicinata da parte degli allievi, attraverso appunto la traduzione del volume tridimensionale della scultura nella forma bidimensionale dell'espressione grafica. Questo processo ha prodotto un'osservazione più attenta e partecipe rispetto a quella con cui ci si rivolge di solito alle opere esposte in un museo; si tratta piuttosto di un'osservazione che genera la memorizzazione delle opere senza l'ausilio delle riproduzioni fotografiche di cataloghi e manuali.

Ho infatti chiesto agli allievi di portare a termine i loro disegni dal vero senza scattare fotografie utili a continuarli in assenza degli originali riprodotti, proprio perché il disegno dal vero potesse offrire loro la possibilità di incontrare la fisicità delle sculture; in questo modo i loro disegni avrebbero riportato anche la traccia del tempo reale che ognuno di loro trascorreva davanti alle opere d'arte. Si tratta di un tempo vissuto fuori dallo scorrere convulso della vita quotidiana, esperito in uno spazio museale pieno di suggestioni e al tempo stesso appartato; questo tempo si è trasformato dunque in un'esperienza ricca e privilegiata.

Il Gregoriano Profano è infatti un museo fondato da Gregorio XVI Cappellari e non particolarmente noto al grande pubblico, ma che tuttavia raccoglie importanti opere provenienti da ritrovamenti di scavi archeologici pontifici. I reperti sono stati riuniti insieme per la prima volta nel Palazzo Apostolico del Laterano nel 1883, per poi essere successivamentetrasferiti in Vaticano negli anni sessanta del ventesimo secolo, dove Paolo VI, nel giugno del 1970, inaugurò questa nuova ala dei Musei Vaticani.

In questo luogo, frutto del progetto dello studio Passarelli, le sculture sono illuminate dalla luce naturale, attraverso grandi vetrate e lucern ai. Grazie all'assenza di muri divisori la luce avvolge in un chiaroscuro soffuso i 9 marmi provenienti da un lontanissimo passato, mostrandoci ogni particolare delle loro figure. Le sculture del Partenone, la Niobide Chiaramonti, gli austeri ritratti romani e tutti gli altri capolavori della collezione si sono rivelati agli allievi nelle condizioni perfette per essere ritratti, ma allo stesso tempo disseminando legami di continuità con il passato, attraverso le tecniche del disegno apprese in Accademia.

Dalle nove del mattino fino a metà giornata, per un giorno a settimana, dal mese di novembre 2016 almese di giugno del 2017, hoaccompagnato i miei studenti a disegnare dal vero in un museo, disegnando anche io assieme a loro, sempre più contornato dal loro entusiasmo. Senza l'aiuto di fotografie, senza la necessità di cancellare mai nessun ripensamento, usando le punte metalliche, con l'inchiostro o la sanguigna, con la fusaggine o la grafite, ora dopo ora, giorno dopo giorno, abbiamo disegnato insieme opere antiche di cui abbiamo sempre più compreso la loro contemporaneità. E proprio il lunghissimo tempo d'esecuzione dedicato a ritrarre le opere è diventato una sfida alla fretta che connota la nostra vita quotidiana, che ci impone di gettare solo uno sguardo frettoloso e superficiale alla realtà che ci circonda.

Per queste ragioni l'appuntamento settimanale ai Musei Vaticani è divenuto per la maggior parte dei ragazzi un impegno irrinunciabile, indipendente dagli obblighi scolastici, trasformandosi in un'opportunità di approfondimento sulla storia dell'Arte, così come sul senso stesso di un praticare l'arte del disegno come esperienza esistenziale e non solo conoscitiva.

Questa modalità di frequentazione del Museo ha approfondito la percezione interiore delle opere d'Arte da parte dei ragazzi, perché il disegno, anche come atto spontaneo di individui non professionisti, può mettere in comunicazione sfere sensibili differenti, saldando insieme percezione visiva e riflessione m entale, pensiero e corpo. È bene ricordare, a questo proposito, che la mattina del sabato il Ri jksm us eum di Amsterdam impone ai suoi visitatori di rinunciare alla macchina fotografica, per usare, in quel giorno soltanto, foglio e matita per catturare l'immagine delle opere esposte. È una esperienza che permette, come hanno evidentemente compreso i miei studenti, di entrare in un rapporto di tipo esistenziale con l'opera, indipendentementedalla perizia e dall'abilità con le quali si è in grado di riprodurla.

Approfondire poi la conoscenza storica e critica dell'opera che si è riprodotta con il disegno è il passo successivo di tale esperienza esistenziale, perché nasce dalla necessità di conoscere qualcosa che è già entrato nella nostra vita. È una necessità paragonabile a quella che ci spinge a cercare informazioni su una persona che ci ha improvvisamente colpiti con il suo fascino.

Pier Luigi Berto - 2017 Musei Vaticani - L'Accademia Disegna

I miei studenti provengono da paesi diversi e da vari luoghi d' Italia; hanno realizzato durante il corso di questa sperimentazione moltissimi disegni, facendo convergere in tale attività i caratteri distintivi delle loro diverse 
culture, senza per questo rinunciare alla loro personalità, ma semplicemente mettendosi in sintonia con la personalità dell'opera d'arte che hanno incontrato e conosciuto. Dalla Russia alla Cina, dalla Moldavia alla Francia, o da altre località del nostro paese, ogni ragazzo è giunto in questo grande museo di Roma per fissare negli occhi i ritratti di consoli o imperatori, di divinità pagane o di eroi mitologici, traducendo la tradizione culturale del proprio paese nella lingua universale del disegno, dove ogni specifica differenza culturale può divenire peculiarità stilistica. Una significativa selezione di questi materiali internazionali, in cui si rispecchiano le radici più antiche della cultura europea, è allestita ora nello stesso spazio del Gregoriano Profano, lo spazio nel quale gli allievi stessi hanno disegnato. In questa mostra le antiche sculture rivivono in immagini create con modalità espressive diverse. I disegni esposti sono icone dalle sembianze multiformi, ottenute con segni delicati, o con robuste tessiture di chiaroscuro; costituiscono forme legate a un'elaborazione tradizionale o ricostruite in un'eccentrica sintassi compositiva, interagendo in modo originale con il supporto del foglio. Costituiscono le effigi di sculture che ostentano drammaticamentele loro mutilazioni, o che trasfigurano la loro identità in trasposizioni liriche.

Ogni modo di disegnare testimonia la particolare conoscenza che ciascun alunno ha sviluppato sull'opera attraverso il disegno, e credo, non di meno, su se stesso.
Tanto che anche io con i miei disegni ho potuto rivivere l'esperienza di essere di nuovo studente, perché disegnando a fianco dei miei allievi ho imparatoda loro ad imparare, interrogando la realtà eterna e continuamente diversa dell'Arte, senza cercare risposte, ma inseguendo sempre un'inappagabile e rigenerante necessità di bellezza e conoscenza .

 

 

L'altra faccia dei Musei: disegno dal vero versus "mordi e fuggi"

Maria Serlupi Crescenzi
Responsabile dell'Ufficio Attività Didattiche dei Musei Vaticani

Negli Stati Uniti, dove si è rilevato statisticamente come l'approccio all'opera d'arte abbia oggi una durata media di otto secondi, Phil Therry ha voluto proporre di contro alcune prove di esperienza artistica rallentata, incentrata su un numero esiguo di opere rigorosamente selezionate.

Il successo riscontrato dall'iniziativa, avviata nel 2008, si è confermato in una serie di test successivi in alcuni musei di Stati Uniti e Canada che hanno condotto all'istituzione dello Slow Art Day, una giornata celebrata ormai a livello internazionale. La teoria  di questo approccio intenzionalmente rallentato trova invece la sua codificazione nel saggio Slow Art; the Experience of Looking, Sacred Images to James Turrell, recentemente pubblicato da un docente di letteratura del Pomona College in California. Arden Reed definisce la Slow Art come "il nuovo campo estetico" che, in opposizione alla lotta contro il tempo di cui si è resa schiava la nostra civiltà, "può darci la consolazione che tutti cercano".

La "consolazione" annunciata con toni  profetici dall'altra sponda dell'Atlantico può invece trovarsi già da tempo in quei settori dei Musei Vaticani che accolgono le esercitazioni di disegno dal vero. Gli allievi dell'Accademia di Belle Arti di Roma operano nel Museo Gregoriano Profano o nel Museo Pio Clementino durante l'intera mattinata  del mercoledì, giornata antesignana dello Slow 
Art Day, suggellando un virtuoso partenariato tra le due istituzioni avviato a partire dall'anno Duemila.

La copia dal vero è una pratica che affonda le radici in uno storico passato e che ha potuto elevarsi a livelli inattingibili nella Città Eterna, che offre opportunità di confronto sia con i più alti modelli dell'Antico, che con quelli dei maestri indiscussi del Rinascimento del Barocco.

A partire dalla donazione (o meglio "restitu zione") al Popolo di Roma delle antiche sculture bronzee disseminate nell'area lateranense , che Sisto IV fa simbolicamente trasferire in Campidoglio (1471), i pontefici adottano una politica culturale illuminata, che si fonda sull'inesauribile patrocinio delle Arti e sul sostegno della formazione degli artisti italiani e stranieri convenuti nell'Urbe. L'auspicio di restaurare le arti e di promuoverne l'insegnamento implica infatti l'istituzione, su istanza di Girolam o Muziano e con breve di Gregorio XIII (1577), di un'Accademia Romana di Belle Arti con annessa una Congregazione sotto l'egida di S. Luca.
Quest'ultima si dota in seguito di propri Statuti sotto il primo principe Federico Zuccari (1593) e, per facilitare ulteriormente l'accesso allo studio per i giovani, Benedetto XIV fonda ancora l'Accademia del Nudo in Campidoglio (1754).

Sulla scia di questo fil rouge non appare un caso che gli allievi dell'Accademia di Belle Arti escano dalle aule del "Ferro di Cavallo", storica sede concessa da Gregorio XVI. per compiere esercitazioni sull'Antico nel Museo Gregoriano Profano, correlato per fondazione allo stesso pontefice, nel quale si inaugura la prima esposizione di disegni degli studenti mai realizzata in Vaticano.

In veste di responsabile delle attività didattiche ho avuto la fortuna di costituire fin dagli inizi il "ponte" tra l'Accademia e i Musei e, nello scorrere degli anni, di vedersi trasformare i rapporti con alcuni studenti da professionali in affettivi.

Gli allievi appaiono a prima vista come un gruppo tutt'altro che omogeneo per età, origine, cultura, ma una volta lasciato alle spalle il potente brusio della hall di ingresso dei Musei per entrare nel settore museale indicato dal docente, si trasformano in un indissolu_bile sodalizio. Come per incanto si dissolve ogni diversità: non conta più l'età giovanile o matura, comunicare nella nostra lingua ovvero in russo, arabo o cinese, né essere già provetti o semplicemente appassionati. Il comune denominatore è dato dall'immersione nella salvifica dimensione del Bello, che sanno coincidere con il Buono, secondo l'antica intuizione della Kalokagathìa.

Pier Luigi Berto - 2017 Musei Vaticani - L'Accademia Disegna

Gli studenti, dopo aver accolto alcune indicazioni fondamentali ripetute come un mantra (focalizzare le "ombre portate" nell'antico mosaico Asaroton, non fotografare i soggetti, etc.), si sparpagliano nel labirintico 
spazio dell'ala  Passarelli fino al momento in cui, come  IJ raggiunti da una "chiamata", si bloccano davanti a una scultura, statua, ritratto, sarcofago, ara o rilievo, a prescindere dal suo essere celebre o meno, intera o frammentaria, di grandi o di modeste proporzioni, instaurando nei suoi confronti una forma di contemplazione tanto intensa e intima da potersi assimilare a meditazione o preghiera.

Pier Luigi Berto - 2017 Musei Vaticani - L'Accademia Disegna
A pochi passi da quest'area protetta si contrappone la fruizione fugace e distratta di tanti altri visitatori, vittime/correi dei bulimici ritmi del turismo di massa  e della sua pretesa di "liquidare" la visita in un'ora e mezza, giusto il tempo per cogliere l'attrazione fatale della Sistina, dopo aver sfrecciato tra capolavori non  compresi né visti, se non attraverso l'algida mediazione di schermi digitali. Ogni giorno migliaia di visitatori possono varcare la soglia dei Vaticani senza preclusione sociale, culturale,  religiosa di sorta: solo il Tempo impone la  sua  distinzione, scavando la linea di demarcazione che divide categoricamente i turisti dagli appassionati cultori del lifelonglearning.

L'annullamento della creatività e della riflessione che la 
velocità con cui siamo costretti a percepire il mondo di oggi comporta, trovano rimedio nel tempo dilatato dell'esercitazione,che vede investire una intera mattinata nella riproduzione di una singola opera. Copiare dal vero è una disciplina di fondamentale importanza, alla quale nessun artista che avesse in animo di considerarsi tale ha potuto sottrarsi dal Rinascimento alla contemporaneità.
Questo esercizio conoscitivo fondamentale impone un lungo tempo di posa, nel corso del quale l'allineamento di occhio-mente-cu ore -m ano, approda nel fluire di una linea alla ti-creazione dell'opera "adottata", analizzata, amata, compresa e assunta ormai come parte integrante di sé.

In questa esperienza immersiva, etica, estetica e profondament e emozionale, può riconoscersi la "consolazione" (Reed) e restituirsi ai Musei Vaticani l'alta missione educativa già individuata e promossa dai pontefici ab origine.

 

 

Antichità come Futuro. Mattinate a disegnare nelle sale Vaticane

Marco Nocca
Docente di Storia dell'Arte Antica dell'Accademia di Belle Arti di Roma

La scuola di Disegno dal vero del maestro Pier Luigi Berto costituisce, in questi ultimi anni, una delle
eccellenze della nostra Accademia di Belle Arti romana. Per un docente come me, che nel corso della sua carriera, rischiando di apparire controcorrente, ha sostenuto sin dal 1997 il ripristino dello studio della Storia dell'Arte Antica nelle accademie italiane, si è occupato negli studi di ricomporre la storia dei  modelli  greco-romani  utilizzati per l'insegnamento, ha riallestito, grazie a ricerche pluriennali, il patrimonio storico delle Pier Luigi Berto - 2017 Musei Vaticani - L'Accademia DisegnaGipsoteche, riaprendo la bellissima collezione di calchi dell'Accademia di Belle Arti di Napoli, 2007, l'incontro con Pier Luigi , collega dal comune sentire, nel 2008 è stato fatale. Come nel Settecento, quando sulla scorta del potente pensiero canoviano, l'Accademia era allogata nelle aule del Museo, da questo traendo il nutrimento, e teorie e storia dell'arte, nate in Accademia prima che all' Universi tà, venivano elaborate a stretto contatto con la pratica del fare e dei mestieri artistici, le mie visite nella sua aula di Disegno dal vero sono diventate sempre più frequenti. Poteva capitare, assistendo a bellissime sedute del Nudo con modello, di comprendere meglio Ruskin e la sua innocenza dell'occhio, attraverso il metodo di  Berto, teso a insegnare ai suoi allievi a vedere giusto, perché il saper vedere è una capacità di giudizio ancora più importante del saper disegnare. E in
questo straordinario progetto di Disegno al Museo, che qui presentiamo ai Vaticani, tornati come nel Settecento ad essere un habitat naturale delle Belle Arti, ho imparato molto nel vedere come Pier Luigi impostasse ai suoi
studenti la relazione visiva con la statua, e la sua rappresentazione, per guidarli alla conquista dell'occhio da pittore: potenzialità dello sguardo molto sofisticata, nient'affatto naturale e spontanea, risultato finale di un lungo percorso d'apprendimento. L'organo della vista in questo processo viene educato ad isolare ogni singolo elemento compreso nella visione, ne osserva le caratteristiche formali precipue, soltanto sue, per elevarle poi, nel pieno della sua autonomia formale, a forma pura, colore puro , segno puro. La statua, nella didattica d'Accademia tradizionale, è l'approdo di allievi navigati, che hanno perfezionato nel Disegno le loro capacità di base, attraverso gli elementi anatomici (mani, piedi, testa, braccia, gambe), per passare alla perfezione formale della figura, di cui si comprendono le leggi attraverso lo studio approfondito del modello classico. L'esito finale, secondo le direttive di Canova sul Nudo, integrate dalla precettistica di David, è l'approccio al modello vivente, che permette (e i Francesi all'Académie de France furono maestri della messa in posa) una conoscenza definitiva della figura umana, rappresentata nelle dinamiche più originali, ma in intima e naturale  coerenza  anatomica.  Gli  studenti, guidati dal maestro, hanno ripercorso questo cammino formativo all'interno delle sale dei musei pontifici. In particolare, nella mattinata in cui sono stato invitato da Maria Serlupi Crescenzi e Pier Luigi Berto, ho avuto il privilegio di poterlo affiancare, tenendo una lezione nella Sala degli Animali. Sorprendente  costatare, entrati in questo "serraglio di pietra", secondo la felice defini zione di Gonzales-Palacios, come ciò che stavamo facendo, disegnare le meraviglie e le curiosità di questa wunderkammer, fosse esattamente lo scopo che Giovan Battista Visconti suo ordinatore si figurava per la sala: "servire da modello a chiunque si proponga questo oggetto d'imitazione". E anche il motivo per cui gli "anim ali", rifacimenti settecenteschi  di  frammenti  antichi  del "mago" Francesco Antonio Franzoni, non avevano mai troppo attirato gli archeologi, costituiva oggi per noi, che li osservavamo così da vicino, una straordinaria  opportunità di analisi del gusto del XVIII secolo, con  quell'utilizzo a fini espressivi delle particolarità cromatiche  e  materiche dei marmi, e i bellissimi  intarsi, con cui l'ingegno  tecnico li metteva a frutto. Gli allievi entusiasti si "tuffavano" nelle profondità marine attraverso il disegno, mezzo  per imparare a vedere, ammirati  dal granito e dal  porfido verde, assegnati all'astice e al granchio, dal serpentino screziato del delfino, e risalivano in superficie a contemplare gli animali terrestri: le screziature del manto del leopardo, l'alabastro fiorito per la pelle fulva del cervo. E mentre con il loro maestro Berto, anch'egli al lavoro, i disegnatori erano immersi nei loro studi, io ricordavo che nei "restauri" degli animali di Franzoni, straordinarie invenzioni considerate a torto minori, si rivelava uno dei segreti di quella stagione di straordinaria unità che fu il Neoclassicismo: la capacità di raggiungere in qualsiasi opera, anche la più insignificante, la fedeltà alla Natura e la Bellezza ideale, i due poli tra cui si svolgeva il dibattito settecentesco sulle Arti; di considerare l'Antico come ispirazione per una realizzazione contemporanea, che trasformava un frammento non più leggibile, proveniente dal passato, in un'autonoma opera d'arte, nuovamente parlante. In quella lezione tenuta al Museo mi appariva perfettamente coerente, dunque, anche la ricerca didattica svolta in comune con gli allievi e Pier Luigi Berto , intrecciata alla sua vicenda artistica personale e ai miei studi, i momenti emozionanti  passati insiem e in Accademia dialogando con i maestri riconosciuti, come
Greenaway e Kentridge, o le escursioni nel Disegno en plein air con gli studenti tra Sermoneta e Ninfa, o sulle tracce degli artisti danesi a Civita D'Antino. Cessate le sirene delle avanguardie, zittiti finalmente gli epigoni del "nuovo ad ogni costo", che ancora appestano il mondo
dell'Arte, e considerano inutile la formazione artistica  17
basata sul progetto, ambedue percepivamo che la verità del nostro mestiere, la ricerca faticosa della Bellezza e della Forma, si dipanava scorrevole, come il segno di una matita sulla carta, in quella  bellissima  mattinata di lavoro ai Musei Vaticani: qui l'Antichità, poteva ancora rivelarsi come Futuro.

 

 

Pier Luigi Berto

è allievo da giovane della scultrice russa Lidia Trenin Franche tti, seguace di Charles Despiau a Parigi, presso il suo atelier di Villa Strohl -Fem a Roma.
Frequenta anche, sempre a Villa Strohl­ Fem, lo studio di Carlo Levi, dove conosce e si appassiona al suo mondo pittorico e ai suoi temi. Ha l'occasione di conoscere personaggi come Marino Mazzacurati, Tono Zancanaro, Corrado Cagli, Renzo Vespignani, Ugo Attardi.
Berenice, giornalista di Paese Sera e critico d'arte, lo segue nei suoi inizi. Per un breve periodo dipinge accanto a Riccardo Tommasi Ferroni, presso lo studio di Via dei Riari a Roma.
Inizia a esporre tenendo  mostre personali presso la galleria "la Margherita" a Roma e la libro galleria "Cortina" di Milano. Espone diverse volte alla libro-galleria "Ferro di Cavallo" di Roma presentato da Jolanda Nigro Covre, che scriverà la prefazione al catalogo per la personale alla "Cuba d'oro" sempre a Roma. Entra in Accademia e comincia a collaborare, come assistente di pittura, con diversi maestri, tra i quali Aldo Turchiaro. Tiellemedia editore pubblica una monografia nel 2009 accompagnata da un saggio di Marco Di Capua dal titolo "Il funambolo". Nel 2010 espone allo "Studio S" di Carmine Siniscalco. Due sue opere vengono inserite in "1990- 2010: Vent'anni d'arte a Roma" saggio di Tiziana D'Acchille pubblicato per i tipi di edizioni Bora nel 20n. Nel 2012 cura la mostra collettiva "Il segno delle orme, le Strade dell'arte nella memoria  del futuro" alla Casa della Memoria.
Nel 2013 cura un saggio su Carlo Levi dal titolo "Oltre il buio" per le "Edizioni Ensemble" raccogliendo scritti di vari autori e un'importante mostra di disegni del Maestro. Sempre nel 2013 cura la mostra di suoi allievi, presso la Casa della Memoria e della Storia di Roma, patrocinata dal Comune di Roma , dalla FIAP, dall'Accade mia di Belle Arti di Roma oltre che dalla Fondazione Carlo Levi dal titolo "Oltre il buio". Sempre nel 2013 partecipa con i suoi studenti alla mostra "L'Accademia disegna" curata da Tiziana d'Acchille ai Musei Capitolini nell'ambito della mostra "L'età dell'equilibrio".
Il 20 Marzo del 2013 tiene una lezione aperta dal titolo "Canova e il disegno, tecniche e materiali", a Palazzo Braschi in occasione della mostra "Canova, Il segno della gloria". Il 19 febbraio 2014 tiene una lezione pubblica dal titolo "Una tecnica segreta e antica, il disegno con la punta d'argento. Alla scoperta di una raffinata metodologia operativa." ai Musei Capitolini, nell'ambito della mostra "Spinario, storia e fortuna". Partecipa nel 2o14 alla mostra collettiva presso la Galleria Porta Latina di Roma dal titolo "Testo a fronte - 37 immagini per 37 racconti". Espone in una personale presso L'Incontro d'Arte di Roma/Arteperoggi curata da Robertomaria Siena, e pubblica un catalogo dal titolo "La passione per il disegno" per i tipi di Achillea Felix, con testi di Marco Di Capua, Manlio Gaddi, Marco Nocca e Robertomaria Siena.
È invitato nel 2014 a partecipare alla LXV edizione del Premio Michetti a Francavilla al Mare (CH).
Ha curato, assieme a G. Mariani e M. Nocca, la mostra antologica e il catalogo (ed. Erma di Bretschneider) di Jean-Pierre Velly dal titolo "L'ombra e la luce", che si è tenuta a Palazzo Poli - Istituto Centrale per la Grafica a Roma dal 22 marzo al 15 maggio 2016. Si sono occupati e hanno scritto sul suo lavoro, tra gli altri, anche Vito Apuleo, Berenice, Costanzo Costantini, Dario Micacchi, Giuseppe Selvaggi, Stefania Severi.

Giada Bello
è una disegnatrice e pittrice romana nata nel 1992 . Nel 2016 si è laureata in Pittura presso l'Accademia di Belle Arti di Roma, dove continua tuttora i suoi studi frequentando il biennio specialistico.

Monica Bini
è una pittrice e attuatrice  nata  a  Roma nel 1986. Nel 2014 consegue il diploma con lode in Pittura all'Accademia di Belle Arti di Roma. Partecipa a numerose esposizioni in Italia e all'Estero.

Francesco Josè Camerata
nasce nel 1991 a Caracas (VE) vive a Atena Lucana (SA). Si diploma nel 2017 in Pittura presso l'Accademia di Belle Arti di Roma, dove frequenta il biennio.

Samuel Campisi
nasce a Enna nel 1994. Nel 2014 si iscrive in Pittura all'Accademia di Belle Arti di Roma dove ha conseguito il diploma di I livello e dove attualmente frequenta il biennio.

Pietro Capone
Roma, 1995. Studente dell'Accademia di Belle Arti, focalizza la sua ricerca sulla pittura figurativa contemporanea, ispirandosi alla scuola Caravaggesca e ad altri maestri dell'Accademismo.

Cristina Castellani
è una pittrice e scenografa nata a Roma nel 1992. Nel 2016 si diploma presso l'Accademia di Belle Arti di Roma dove attualmente frequenta il biennio di specializzazione in Pittura.

Mattia Cleri Polidori
nasce a Roma, nel 1987. Si diploma in Pittura presso l'Accademia  di  Belle Arti di Roma nel 2015- Nel 2016 si specializza in    Pittura nel MA Painting al Wimbledon College of Arts di Londra.

Isabella De Rubeis
disegnatrice e pittrice, nasce a Roma nel 1993. Laureata nel 2016, frequenta attualmente il suo ultimo anno di specializzazione in Pittura presso la Facultad de Bellas Artes de Murcia.

Flavia Fanara
nasce a Roma nel 1991. Nel 2015 consegue la laurea specialistica  in Pittura presso l'Accademia di Belle Arti di Roma. Ha collaborato con la galleria Fondazione Volume.

Lorenzo Gramaccia
nasce ad Ancona nel 1992. Nel 2015 si diploma in Pittura all'Accademia di Belle Arti di Roma. Attualmente è iscritto al biennio specialistico e lavora per le rappresentazioni del Teatro dell'Opera.

Anastasia Kurakina
è nata a Mosca. Laureata all'Accademia di Belle arti di Roma nel 2015. Ha fatto mostre personali e collettive in Russia, UK, Italia, Svizzera, USA, Spagna.

Giulia Lanza
nasce a Roma nel 1987. Si diploma all'Accademia di Belle Arti di Roma in Decorazione nel 2013- Nel 2016 si specializza in Disegno nel MA Drawing al Wimbledon College of Arts di Londra .

Vivienne Liu
Shandong Rizhao, Cina . Si laurea nel 2006 alla Università  QingDao in  Pittura. e nel 2017 il biennio di Pittura a Roma all'Accademia delle Belle Arti. Dal 2003 partecipa a mostre collettive e illustra numerosi libri in Cina ed altri paesi.

Gabriele Luciani
nato a Tivoli nel 1990, si diploma nel 2025 all'Accademia di Belle Arti di Roma . Partecipa a numerose collettive, vincendo importanti competizioni artistiche .

Vittoria Olive
nata a Fasano, classe 1994, si è laureata in scenografia all'Accademia di Belle.arti di Roma ed attualmente si sta specializzando in Grafica d'arte.

Melissa Pitzalis
è una disegnatrice e scultrice nata a Roma, nel 1990. Nel 2015 si è laureata presso l'Accademia di Belle Arti di Roma.

Alice Ruzzettu
nata a Roma nel 1991, si diploma all'Accademia di Belle Arti di Roma. Nell'ultimo anno lavora con RADIO noMade all'opera "In Arberia", esposta a "Mediterranea18" e per C.A.E. al Palazzo delle Esposizioni di Roma.

Francesca Sacchini
è laureata all'Accademia di Belle Arti di Roma. Oltre a proseguire gli studi sul Patrimonio Artistico, coltiva la passione per la pittura e il disegno.

Sophie Simon
ama da sempre rappresentare, dal vero, la figura umana. Ha frequentato diverse scuole d'arte in Francia, Londra e, attualmente, l'Accademia di Belle arti di Roma privilegiando il disegno.

Corina Surdu
nata in Moldavia nel 1993. Nel 2015 consegue il diploma triennale di Pittura presso l'Accademia  di Belle Arti di Roma, dove attualmente prosegue i suoi studi magistrali in Grafica d'Arte.

Anastasya Voskoboynikova
Nata nel 1985 in Russia. Nel 2007 inizia la sua formazione artistica all'Accademia di Pittura, Scultura e Architettura di Mosca che completa all'Accademia di Belle Arti di Roma dal 2012 ad oggi.

Juanni Wang
è nata a WeiNan nel 1982. Dopo una laurea in Arte e Design a Shanghai, nel 2017 si laurea in pittura all'Accademia di Belle Arti di Roma. Alcune delle sue opere fanno parte di collezioni private.

Xia Ying
nasce a BaoTou in Cina nel 1983. Nel 2006 si laurea all'Università Centrale per Minoranze Etniche di Pechino. Sta frequentando il biennio in Pittura ali'Accademia di Belle Arti di Roma.

Zhou Zichen
nato nel 1996, a Wuxi, Cina. Nel 2014 si diploma alla Scuola superiore Hubin.
Nel 2015 è venuto a studiare l'italiano a Perugia. Alla fine del 2015 è entrato ali'Accademia delle Belle Arti di Roma per imparare la Pittura.


Brochure dell'evento: Antico Presente | L'Accademia Disegna

Galleria Fotografica del 21/11/2017